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Che cos’è l’esenzione IVA: Guida per le piccole imprese

Tutte le piccole imprese dovrebbero conoscere ogni aspetto riguardo l’esenzione IVA: da cos’è e a cosa si intende, quali sono le operazioni ammesse e come richiedere tale esenzione. 

Inoltre, ci sono alcuni dettagli tecnici importanti da sapere, come la documentazione da conservare, i controlli e le verifiche fiscali che si potrebbero ricevere, nonché i vantaggi che derivano dal beneficiare dell’esenzione. 

In questa guida affronteremo queste e altre tematiche, fornendo tutte le risposte necessarie per comprendere in modo chiaro e completo l’argomento.

Cosa si intende per esenzione IVA?

Il termine esenzione IVA si riferisce a determinate operazioni economiche che, pur essendo soggette all’imposta sul valore aggiunto, non prevedono l’applicazione dell’aliquota, che risulta quindi pari a zero. 

Questa disciplina è regolata dal DPR 633 del 1972, che stabilisce come per alcune attività, come prestazioni sanitarie, attività educative, culturali, servizi assicurativi, non sia previsto l’addebito dell’IVA

Inoltre, la non applicabilità dell’IVA è prevista anche per coloro che aderiscono al regime forfettario, una modalità riservata a piccole imprese e lavoratori autonomi che non superano la soglia di fatturato di 85.000 euro l’anno. 

Chi aderisce al regime forfettario non applica l’IVA sulle proprie fatture; al contempo, però, non può neanche detrarla sugli acquisti effettuati per lo svolgimento della propria attività. 

Nell’ambito della compilazione della fattura elettronica, non è necessario utilizzare il codice N4, ma è sufficiente inserire la dicitura: “Operazione effettuata ai sensi dell’articolo 1, comma 58, della legge 190 del 2014 – Regime Forfettario (non soggetto a IVA).”

È fondamentale comprendere cosa si intende per esenzione IVA, distinguendo tra operazioni esenti, che sono comunque soggette a obblighi di fatturazione elettronica e contribuiscono alla determinazione del reddito d’impresa, e operazioni non imponibili o esonerate dal pagamento IVA. Nel contesto della fatturazione elettronica, le operazioni esenti possono essere indicate utilizzando il codice N4.

Come richiedere l'esenzione IVA

Come richiedere l’esenzione IVA

In Italia non è necessario richiedere l’esenzione IVA, poiché questa viene applicata automaticamente ai soggetti che ne possono beneficiare e per le operazioni previste dal già citato DPR 633 del 1972. 

Questo vale, ad esempio, per le operazioni in ambito sanitario, per attività educative e culturali, per alcune operazioni finanziarie e per tutte le attività svolte da chi aderisce al regime forfettario. 

L’esenzione IVA è automatica e va solo indicata correttamente al momento della compilazione della fattura elettronica.

Chiaramente, oltre a rispettare questi requisiti, è necessario considerare i requisiti oggettivi, ovvero che l’operazione sia effettuata da un soggetto titolare di partita IVA, e quelli soggettivi, che prevedono il rispetto della normativa vigente. 

Infine, bisogna tenere conto dei requisiti territoriali, che limitano l’esenzione alle operazioni svolte all’interno del territorio italiano. Ricordiamo che tutte le operazioni vanno comunque inserite nei registri IVA, come previsto dalla normativa.

I codici di Natura IVA in fatture elettroniche

Nell’ambito della fatturazione elettronica, ogni qualvolta si emette una fattura, sei tenuto a compilare il campo “Natura IVA”. 

Questo è fondamentale per specificare la natura dell’operazione, ed è qui che troverai delle diciture che permettono di segnalare che non è previsto l’addebito IVA. 

Questa dicitura ti assicura di essere conforme a quanto previsto, sia che si tratti di prestazioni di servizi, di cessioni di beni o di altre transazioni non imponibili o soggette a reverse charge.

Tra i principali codici di Natura IVA sono:

  • N1: Riguarda tutte quelle escluse previste dall’articolo 15 del DPR 633/1972.
  • N2.1: Indica le operazioni non soggette per mancanza di presupposti territoriali.
  • N3.1: Si riferisce alle operazioni non imponibili, come le esportazioni, le cessioni comunitarie e le dichiarazioni di intento.
  • N4: Comprende le operazioni esenti, come prestazioni sanitarie o transazioni legate, ad esempio, ai fondi pensione.
  • N6.6: Indica le operazioni soggette a reverse charge, applicabile ad esempio quando un fornitore vende prodotti a un’azienda e il pagamento dell’IVA spetta al cliente.

Per evitare confusione, sicuramente utilizzare un conto aziendale online dedicato alle attività dell’azienda ti permette di avere un pieno controllo delle operazioni, monitorare le cessioni di beni, le prestazioni di servizi e facilitare le negoziazioni con i fornitori. Inoltre, puoi automatizzare molte operazioni, gestendo così al meglio le vendite, siano esse esenti, non imponibili o soggette a IVA.

Operazioni non imponibili, esenti ed escluse

Per comprendere al meglio l’ampio e complesso panorama fiscale italiano, è importante essere consapevoli delle differenze tra operazioni non imponibili, esenti ed escluse. Queste categorie si distinguono per una diversa applicazione dell’imposta sul valore aggiunto (IVA).

Le operazioni non imponibili si riferiscono a tutte quelle operazioni in cui l’IVA può essere applicata, ma non viene addebitata al consumatore finale, ossia al cliente. Tuttavia, chi fornisce il servizio o il bene ha il diritto di detrarre l’IVA sugli acquisti collegati. 

Esempi includono le cessioni all’esportazione e le operazioni intracomunitarie. L’Agenzia delle Entrate specifica che queste operazioni vanno comunque regolarizzate mediante l’emissione della fattura e registrate nei registri IVA.

Operazioni esenti sono quelle esplicitamente indicate nell’articolo 10 del DPR 633/1972, come le attività sanitarie, finanziarie ed educative. 

Per queste operazioni, l’IVA non viene addebitata al cliente e non può essere detratta sugli acquisti collegati. Tuttavia, persiste l’obbligo di registrare tali operazioni e di emettere la fattura elettronica.

Operazioni escluse, invece, sono operazioni che non rientrano nell’applicazione dell’IVA e che non richiedono l’emissione della fattura elettronica. Questo avviene quando mancano i requisiti soggettivi (ad esempio, il soggetto non è titolare di partita IVA), oggettivi (non vi è una cessione di beni o una prestazione di servizi) o territoriali (l’operazione non è rilevante in Italia).

Condizioni per l’esenzione IVA

Condizioni per l’esenzione IVA

Riassumendo e integrando quanto detto finora, vediamo quali sono le condizioni per la non applicabilità dell’IVA in Italia. 

Mancanza requisiti fondamentali

Il primo caso riguarda la mancanza dei requisiti fondamentali: l’IVA non si applica quando l’operazione è effettuata da un soggetto che non è passivo d’imposta, come un privato, oppure quando manca il requisito oggettivo, ad esempio nel caso di una negoziazione informale senza vendita. 

Un altro caso è la mancanza del requisito territoriale, cioè quando l’operazione è fornita a un cliente extra UE.

Operazioni escluse

Un secondo caso comprende tutte le operazioni escluse dall’applicazione dell’IVA, come i rimborsi per spese anticipate effettuati per conto di un cliente.

Ci sono poi le operazioni non imponibili, come la vendita di beni all’estero, le cessioni tra Stati membri UE e i servizi internazionali legati agli scambi commerciali. Queste operazioni non prevedono l’addebito dell’IVA al cliente, ma devono essere regolarizzate attraverso l’emissione della fattura e registrate nei registri contabili.

Operazioni esenti e reverse charge

Un altro caso è rappresentato dalle operazioni esenti, come le prestazioni sanitarie o i servizi educativi, che non prevedono l’addebito dell’IVA, ma richiedono comunque la registrazione nei registri contabili e l’emissione della fattura elettronica.

C’è poi il reverse charge, o inversione contabile, dove l’IVA non viene addebitata dal fornitore, ma il pagamento è a carico del cliente, ed è fondamentale rispettare tutte le normative per evitare errori. 

Regime forfettario 

Infine, chi aderisce al regime forfettario non deve addebitare l’IVA, ma deve comunque rispettare gli adempimenti fiscali previsti, come l’emissione della fattura con la dicitura obbligatoria che giustifica l’assenza dell’imposta.

Questi sono i principali casi in cui l’IVA non si applica, ognuno con regole specifiche, e comprenderli è essenziale per una corretta gestione fiscale.

Documentazione necessaria per l’esenzione

Chiunque benefici dell’esenzione IVA ma, a prescindere, gestisca un’attività è tenuto a mantenere una serie di documentazioni obbligatorie da presentare, ad esempio, in caso di controlli. 

Tra le documentazioni principali, ci sono sicuramente:

  • Le fatture: la loro emissione è obbligatoria in formato elettronico per tutti i titolari di partita IVA. È fondamentale specificare nella fattura eventuali motivi di esenzione e rispettare le normative vigenti.
  • I registri IVA: due strumenti fondamentali per registrare le vendite, incluso il numero della fattura, l’importo e altre operazioni esenti. Questi registri garantiscono la tracciabilità e la corretta gestione fiscale.
  • I contratti: siano essi contratti di vendita o di fornitura, servono a specificare dettagli delle operazioni, inclusi i motivi dell’esenzione. Questi documenti aiutano a giustificare le transazioni in caso di controlli fiscali.
  • I documenti di trasporto (DDT): per chi cede prodotti, è essenziale conservare i DDT come prova che la merce è stata effettivamente inviata e consegnata.
  • Le prove di pagamento: gli estratti conto bancari, ad esempio, sono utili per verificare la corrispondenza tra i pagamenti ricevuti e le fatture emesse.

Tutta questa documentazione deve essere conservata per almeno 10 anni, sia in formato cartaceo che, preferibilmente, in archivi digitali su server locali o in Cloud, una soluzione adottata da molte aziende per garantire sicurezza e praticità.

Controlli e verifiche fiscali

Per quanto concerne i controlli e le verifiche fiscali legati alle operazioni IVA, comprese le operazioni esenti, queste sono compito delle autorità competenti, tra cui sicuramente l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza. Questi due soggetti si occupano di verificare che imprese e liberi professionisti rispettino gli obblighi fiscali.

Per quanto riguarda i controlli sull’applicazione dell’IVA, possiamo fare riferimento a diversi aspetti normativi:

  • Obbligo di registrare le fatture elettroniche nei registri IVA, includendo tutte le operazioni esenti, esempi e operazioni non imponibili, come stabilito dal DPR 633/72.
  • Trasmissione della dichiarazione IVA annuale.
  • Conservazione dei documenti fiscali e dei registri IVA per almeno 10 anni.

Gli accertamenti fiscali possono comprendere controlli incrociati, richieste di documentazione e accesso ai locali dell’attività.

In caso di irregolarità, le sanzioni sono significative:

  • Omessa fatturazione: comporta una sanzione dal 90% al 180% dell’IVA non versata o non applicata, come stabilito dall’articolo 6 del D.Lgs. 471/97.
  • Irregolarità nei registri IVA: sanzione da 500 a 2.000 euro, come previsto dall’articolo 9 dello stesso decreto.
  • Errata dichiarazione IVA: può comportare una sanzione variabile che arriva fino al 200% dell’importo non dichiarato.

I controlli fiscali sono rigorosi, ed è quindi essenziale rispettare quanto previsto dalla normativa e prestare particolare attenzione alle operazioni esenti e non imponibili, per evitare sanzioni e garantire una gestione conforme.

Vantaggi dell'esenzione IVA per le piccole imprese

Vantaggi dell’esenzione IVA per le piccole imprese

L’esenzione IVA prevista per i soggetti che aderiscono al regime forfettario o per alcune operazioni particolari rappresenta un vantaggio significativo. 

Anzitutto, semplifica gli adempimenti fiscali. Non essendo soggetti all’IVA, le imprese non devono calcolarla, addebitarla o versarla, rendendo la contabilità molto più semplice. Questo consente di ridurre la complessità gestionale e di concentrarsi su altri aspetti del business.

Inoltre, non applicare l’IVA permette alle piccole imprese e startup di essere più competitive sul mercato, specialmente nel settore business-to-consumer (B2C). Offrire prezzi più bassi rappresenta un vantaggio importante che consente alle PMI di mantenere competitività anche nei confronti di aziende più grandi e strutturate.

Un altro beneficio significativo è la riduzione dei costi operativi. Non dover versare l’IVA comporta un risparmio diretto, migliorando i flussi di cassa aziendali. Queste risorse possono essere reinvestite in attività strategiche, come campagne pubblicitarie o l’assunzione di personale qualificato, contribuendo alla crescita e al rafforzamento dell’impresa.

Consigli pratici per mantenere lo status di esente IVA

Chiudiamo l’articolo dedicato alle operazioni aziendali con l’aliquota IVA pari allo 0%con alcuni consigli pratici per i professionisti che adottano il regime forfettario e desiderano continuare a beneficiare di questo rilevante vantaggio. 

Ecco i consigli utili per mantenere l’esenzione IVA: 

  • Monitorare il fatturato annuale: è fondamentale controllare costantemente i ricavi per assicurarsi di non superare la soglia di 85.000 euro annui, limite oltre il quale si perde lo status di esenzione IVA.
  • Emettere fatture corrette: ricordati di inserire sempre la dicitura obbligatoria che giustifica l’esenzione IVA, ad esempio: “Operazione effettuata ai sensi dell’articolo 1, comma 58, Legge 190/2014 – Regime Forfettario (non soggetto a IVA)”.
  • Conservare la documentazione: è essenziale mantenere tutta la documentazione fiscale e contabile a portata di mano per rispondere prontamente a eventuali controlli da parte delle autorità competenti.
  • Gestire al meglio entrate e uscite: ottimizzare la gestione del flusso di cassa, sia per il denaro contante sia per i pagamenti elettronici, è cruciale per mantenere un controllo efficace.
  • Sfruttare soluzioni innovative: le soluzioni myPOS, come i terminali mobili (myPOS GO 2, myPOS Combo e myPOS Pro), consentono una gestione facile e rapida dei pagamenti contactless e con carta.
  • Utilizzare un conto aziendale multivaluta: avere un conto myPOS multivaluta aiuta a centralizzare la gestione di entrate e uscite, migliorando la trasparenza e la conformità fiscale.

Seguendo questi suggerimenti, sarà più semplice mantenere lo status di esenzione IVA, semplificare la gestione dei pagamenti e garantire la conformità alle normative fiscali.

Domande frequenti 

L’esenzione IVA prevede che alcune operazioni non siano soggette all’imposta sul valore aggiunto. Queste operazioni includono quelle disciplinate dall’articolo 10 del DPR 633/1972, come le prestazioni sanitarie e i servizi educativi, e tutte le transazioni effettuate da chi aderisce al regime forfettario.

Le operazioni esenti IVA sono transazioni per cui la normativa esclude l’applicazione dell’IVA, ma ciò non significa che siano esenti da obblighi fiscali. È obbligatorio emettere la fattura e registrare l’operazione nei registri contabili. Sebbene l’IVA pagata sugli acquisti non possa essere recuperata, queste operazioni contribuiscono comunque al volume d’affari e restano soggette ai controlli delle autorità fiscali, come l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza.

Il codice N2.2 si applica alle operazioni non soggette a IVA effettuate da soggetti in regime forfettario, come previsto dalla Legge 190/2014. Questo garantisce conformità fiscale e chiarezza nella documentazione, contribuendo a una gestione ordinata delle operazioni esenti.

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