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Franchising significato: Come funziona il franchising

Il franchising è un modello di business che prevede un accordo tra due soggetti. Il franchisor – il proprietario del marchio e in generale del business – e il franchisee, l’affiliato, che acquisisce il diritto di utilizzare il marchio, il know-how, il nome e tutto il necessario per replicare l’attività. 

Questo modello è molto diffuso in Italia, in Europa e nel mondo occidentale. Offre vantaggi sia al franchisor che al franchisee.

Per il franchisor, il franchising consente di ottenere royalties e fee e di espandersi rapidamente nelle aree di interesse. 

Per il franchisee, invece, l’accordo è visto come una reale opportunità per avviare un’attività a costi contenuti con un business già collaudato e funzionante. Il franchisee chiaramente riceve assistenza e formazione durante tutto il periodo stabilito.

In questo approfondimento vedremo in dettaglio il processo di apertura di un franchising, riportando alcuni esempi di negozi in franchising, scopriremo come funziona l’affiliazione commerciale e cosa prevede la formula del franchising. 

Ci soffermeremo inoltre su come vengono stipulati gli accordi tra la casa madre e il futuro imprenditore, quali tipi di negozi possono essere aperti e quali prodotti possono essere venduti Insomma per sapere tutto ciò che riguarda il mercato del franchising, non ti resta che continuare la lettura.

Come aprire un franchising: Il processo di apertura di un Franchising

Il processo di apertura di un franchising è simile in tutti i settori. Di base deve esserci la volontà del franchisor a condividere il proprio modello di business. 

È quest’ultimo che si occupa di decidere le condizioni specifiche che permettano agli interessati di aprire i punti vendita. In generale, l’apertura di un franchising segue i seguenti passaggi: 

1. Ricerca del Franchising

È sicuramente un vantaggio scegliere un franchising in un settore in cui si ha già una certa predisposizione e competenza. 

Esistono franchising di ogni tipo: per la vendita di abbigliamento, per la commercializzazione di prodotti alimentari per l’erogazione di servizi, per avviare un’attività di distributori automatici e molti altri. 

2. Contattare il Franchisor

Dopo aver scelto il settore, il passo successivo è selezionare i franchisor disponibili per avviare la partnership. 

Prima di contattarli, è importante verificare la reputazione del marchio, il modello di business adottato e le condizioni economiche richieste. 

È utile quindi considerare i costi iniziali, le royalties, le spese aggiuntive e il tipo di supporto offerto, che può e non includere, ad esempio: assistenza per la formazione, l’arredamento, la fornitura di prodotti, attività di pubblicità e marketing.

3. Preparare un Business Plan

Il consiglio valido per l’apertura di una qualsiasi attività è di redigere un business plan che fornisca un’idea chiara del futuro business. 

Questo documento aiuta a pianificare e prevedere i costi, le entrate e le operazioni quotidiane del punto vendita. Si possono così subito prevedere quali sono i rischi e i benefici a cui si va incontro. 

4. Firmare l’accordo

Una volta completati i passaggi precedenti, si può procedere alla firma dell’accordo tra il franchisor e il franchisee. 

Questo passaggio ufficializza la partnership e stabilisce i termini e le condizioni del contratto. 

5. Completare gli adempimenti burocratici 

È necessario occuparsi degli adempimenti burocratici, che possono essere a carico del franchisor o del franchisee. 

Questi includono l’iscrizione al registro delle imprese, la richiesta di autorizzazioni, licenze e permessi, la messa in regola del personale, l’apertura delle posizioni previdenziali, e altro ancora.

6. Allestire e aprire il punto vendita

Dopo aver allestito il punto vendita e acquisito la formazione necessaria, si può procedere con l’apertura vera e propria dell’attività. 

I contratti di franchising possono avere una durata variabile, generalmente di minimo 4 o 5 anni, ma possono estendersi per periodi più lunghi.

Aprire un franchising di servizi

Aprire un franchising di servizi

Il franchising di servizi è un modello in cui l’affiliato offre al cliente un servizio anziché un prodotto. 

Un esempio comune di questo tipo di franchising è quello delle agenzie immobiliari, come Tecnocasa o Gabetti, molto diffuse in Italia. 

Altri esempi di franchising di servizi includono quelli legati alla prima infanzia, all’assistenza fiscale, all’assistenza agli anziani e al fitness.

Questo tipo di franchising assicura vantaggi, come l’assenza di problemi legati all’invenduto, poiché non si vendono beni fisici. 

Tuttavia, sono indispensabili competenze specifiche, come la capacità di stabilire e mantenere relazioni con il pubblico, e una conoscenza approfondita del servizio offerto e in generale del settore in cui si opera. 

Aprire un franchising di distribuzione

Nel franchising di distribuzione, l’affiliato si occupa di vendere prodotti forniti dal franchisor. I prodotti vengono distribuiti attraverso punti vendita allestiti secondo le linee guida decise dalla casa madre. 

Questo tipo di franchising è diffuso in molti settori, tra cui alimentare, abbigliamento, elettronica e articoli per la casa.

Tra gli aspetti da considerare in questo modello di franchising c’è la gestione del magazzino e della logistica, oltre ai rischi legati all’invenduto, soprattutto per i prodotti deperibili. La capacità di gestire queste sfide è fondamentale per il successo dell’attività.

Aprire un franchising industriale

Il franchising industriale prevede l’affiliazione a un brand che opera nel settore secondario. 

Questo può includere la produzione di prodotti chimici, componenti per l’automotive o macchinari. 

A differenza degli altri tipi di franchising, il franchising industriale opera in un ambito molto specifico e richiede un investimento iniziale generalmente più elevato.

Inoltre, il franchising industriale comporta il rispetto di norme e certificazioni particolari stringenti. In alcuni casi, può essere necessario gestire l’acquisizione o la concessione di brevetti il che comporta accordi particolari tra le aziende coinvolte.

Costi per l’apertura di un franchising?

I costi di apertura di un franchising o di un’attività in franchising dipendono da vari fattori, a partire dal format scelto. 

È importante tener presente che questi costi possono variare a seconda delle parti coinvolte: alcuni sono chiaramente a carico del franchisor, mentre altri ricadono sul franchisee. 

Come per l’avvio di qualsiasi attività, è fondamentale prendere in considerazione i costi iniziali e d’avvio del business, i costi ricorrenti e tutte le voci di costo variabile. 

Stimare correttamente i flussi di denaro in uscita è basilare, poiché una solida base finanziaria garantisce la sostenibilità e la fattibilità del progetto nel medio lungo termine. 

Distinguiamo quindi i costi a carico del franchisor da quelli a carico del franchisee, in modo da avere una panoramica completa.

Costi per il franchisor 

Per quanto concerne i costi del franchisor, possiamo partire dai costi iniziali. Tra questi troviamo lo sviluppo del materiale operativo, ossia una guida che descriva tutto ciò che è necessario per avviare l’attività in franchising. 

In questa guida devono essere indicati ad esempio: 

  • Settore di business
  • Tipologia di locale richiesta
  • Le politiche aziendali 
  • Revenue richieste
  • Barriere d’ingresso
  • Formazione necessaria
  • Garanzie che il franchisor offre al franchisee

Un altro costo iniziale riguarda lo sviluppo di una piattaforma per gestire la rete del franchising, nonché tutti i costi legati alle questioni legali per garantire che gli accordi siano conformi alle normative vigenti. 

Ci sono poi da considerare anche i costi di marketing e pubblicità, sia per promuovere il franchising a nuovi potenziali affiliati, sia per fare in modo che le attività avviate possano farsi rapidamente conoscere sul territorio.

Bisogna inoltre stimare i costi per la formazione dei franchisee sul territorio, e naturalmente tutti i costi legati all’arredamento dei locali e alla logistica, sebbene una parte di questi possa essere a carico del franchisee.

Anche una volta avviata la rete, ci saranno sempre spese ricorrenti legate alla gestione della rete, si pensi ai costi per l’assistenza, al controllo qualità, allo sviluppo del marchio, così come costi legali e amministrativi.

È difficile dare una stima precisa sui costi di avvio di una rete di franchising per il franchisor. Possiamo stimare che questi possano variare tra un range piuttosto elevato, partendo da 50.000 euro fino a 250.000 euro.

Costi per il franchisee

Costi per il franchisee 

I costi a carico del franchisee dipendono da numerosi fattori, tra cui il marchio o brand con cui si collabora, la dimensione del punto vendita e la location. Anche in questo caso, ci sono costi iniziali, costi fissi e costi variabili.

Partendo dai costi iniziali, la prima voce da considerare è la fee d’ingresso, ovvero la somma fissa stabilita dal franchisor per acquisire il diritto di utilizzo del marchio e dell’intero sistema di franchising. Questa fee può essere relativamente bassa, intorno ai 10-15.000 euro, ma può essere molto più elevata nel caso di franchising di grandi dimensioni. Successivamente, troviamo altri costi che includono:

  • Allestimento del punto vendita
  • Costi burocratici, come permessi e licenze
  • Costi per la formazione (se a carico del franchisee)
  • Deposito cauzionale

Tra i costi ricorrenti, se previsti negli accordi, vi sono:

  • Le royalties, ovvero la percentuale sul fatturato da versare al franchisor
  • Utenze (luce, acqua, gas)
  • Spese per il personale
  • Assicurazioni
  • Costi di manutenzione ordinaria e straordinaria

Ancora una volta ribadiamo l’importanza di preparare un business plan dettagliato che fornisca una panoramica di tutti i costi variabili e fissi da affrontare. 

È inoltre buona prassi valutare diverse offerte e confrontarle con la propria capacità finanziaria, al fine di valutare la sostenibilità economica dell’attività in base ai dati emersi.

Quanto si può guadagnare con il franchising?

La domanda su quanto si può guadagnare con il franchising non ha una risposta univoca, poiché i profitti dipendono da una tantissimi fattori: 

  • Tipologia di franchising: Esistono diverse tipologie di franchising. Ognuno di questi settori offre margini di profitto differenti. In generale franchising di servizi o industriali tendono a garantire guadagni superiori rispetto a tipici franchising di sola distribuzione. 
  • Brand: Il marchio con cui si stipula l’affiliazione commerciale ha un suo valore. Un brand ben conosciuto generalmente garantisce una clientela già consolidata, riducendo il rischio e il tempo necessario per raggiungere la redditività. Al contrario, un brand meno conosciuto potrebbe richiedere un periodo di avviamento più lungo per costruire una base di clienti.
  • Location: Anche la zona in cui si apre il franchising ha una grande importanza. Un punto vendita in una zona ad alto passaggio pedonale, con elevato traffico o vicino a centri commerciali, tende a generare ricavi maggiori rispetto a una posizione meno favorevole.
  • Capacità imprenditoriali: Le capacità imprenditoriali del franchisee sono fondamentali per sviluppare un modello di business remunerativo. Anche il franchisor gioca un ruolo cruciale, poiché il supporto e l’esperienza che fornisce possono avere un impatto significativo sui profitti.
  • Spese e margini: Ai guadagni vanno sottratti una serie di costi fissi e variabili, come affitto, stipendi, utenze, costi per la merce e le royalties da versare al franchisor. Questi costi riducono il margine di profitto finale.

Esempio: Consideriamo un franchising nel settore dell’abbigliamento, specializzato in articoli sportivi, con costi iniziali stimati intorno ai 250.000 euro. 

Supponiamo ricavi mensili lordi pari a 50.000 euro. Sottraendo il costo della merce, stimato intorno ai 30.000 euro, e aggiungendo altri costi fissi mensili (affitto, stipendi, utenze e royalties), si può facilmente arrivare a un margine operativo di circa 7.500 euro al mese. Da questo margine, il profitto netto potrebbe aggirarsi intorno ai 3.000 euro mensili.

Questo esempio è puramente indicativo e serve come esercizio di stile. I risultati effettivi possono variare di molto in base alle specifiche condizioni del franchising e del mercato in cui si opera.

Franchisor e Franchisee: Contratto e obblighi

Gli accordi tra franchisee e franchisor sono regolati dalla legge italiana, in particolare dalla Legge n. 129 del 6 maggio 2004, che disciplina l’affiliazione commerciale o franchising, stabilendo obblighi e diritti per entrambe le parti coinvolte.

Contratto di Franchising

Un contratto di franchising è un accordo in cui un soggetto (il franchisor) concede a un altro soggetto (il franchisee) il diritto di utilizzare, generalmente in esclusiva, il marchio, il know-how e altri diritti di proprietà intellettuale per produrre o distribuire beni o servizi. Tale contratto comporta obblighi e diritti per entrambe le parti.

Obblighi del Franchisor

  • Fornitura di informazioni: Il franchisor è obbligato a fornire tutte le informazioni necessarie per avviare l’attività. Queste informazioni devono essere complete e fornite almeno 30 giorni prima della firma del contratto.
  • Manuale operativo: Il franchisor deve fornire un manuale operativo che descriva dettagliatamente come gestire l’attività, inclusi i metodi commerciali e l’organizzazione del franchising.
  • Assistenza continua: Il franchisor è tenuto a fornire assistenza continua durante tutta la durata del contratto. Questo include il supporto costante all’attività, come la formazione iniziale e l’assistenza tecnica e commerciale.
  • Non concorrenza: Generalmente, il franchisor si impegna a non aprire altri punti vendita nelle immediate vicinanze del franchisee, garantendo così un’esclusiva territoriale.

Obblighi del Franchisee

  • Pagamenti: Il franchisee deve pagare una fee di ingresso e, se previste, le royalties, che sono solitamente calcolate sul fatturato.
  • Conformità al modello: Il franchisee è obbligato a rispettare le indicazioni e le procedure stabilite dal franchisor, seguendo sia il manuale operativo che il modello di business.
  • Riservatezza: Il franchisee deve mantenere la riservatezza su tutte le informazioni condivise dal franchisor e non può divulgarle a terzi.
  • Conformità contrattuale: Il franchisee è inoltre tenuto a rispettare tutti i termini del contratto, che viene generalmente redatto con l’assistenza di consulenti legali e notai per garantire che entrambi gli accordi sugli investimenti, le aree di esclusiva e altri aspetti siano conformi alla legge.

In sintesi, la Legge n. 129 del 2004 fornisce un quadro legale chiaro e dettagliato per i rapporti tra franchisor e franchisee, assicurando che entrambi rispettino i loro obblighi contrattuali e che siano tutelati i loro diritti. 

Franchising: vantaggi e svantaggi

Franchising: vantaggi e svantaggi

Il franchising rappresenta un modello di business che offre sia vantaggi che svantaggi. Partiamo dai primi. 

Vantaggi del franchising 

Il primo vantaggio riguarda il franchisor che ha la possibilità di espandersi rapidamente sul mercato riducendo il rischio d’impresa, di fatto evitando di sostere in prima persona i costi d’avvio e di apertura di un nuovo punto vendita. 

Dal punto di vista del franchisee, anche qui i vantaggi non mancano. Si pensi all’opportunità di avviare un’attività con un marchio già noto e, auspicabilmente, apprezzato dai clienti. 

Affidarsi a una rete di franchising significa adottare un sistema già collaudato e completo, dove sono già ben definite procedure operative, manuali, assistenza continua e formazione. 

Tutto questo semplifica la gestione dell’attività e riduce i rischi d’impresa, rendendo il franchising una buona soluzione per chi cerca un’attività autonoma, ma non desidera farsi carico di tutti i rischi d’impresa né di costi di avvio del business piuttosto elevati. 

A parità di attività, infatti, i costi sono generalmente inferiori rispetto all’avvio di un business indipendente.

Svantaggi del franchising

Ci sono anche degli svantaggi, soprattutto per il franchisee. Questo gode di una relativa autonomia, ma limitata, poiché non può gestire al 100% le decisioni. 

Deve sempre attenersi a quanto stabilito negli accordi commerciali, senza poter intervenire liberamente sull’allestimento dei prodotti né sulla scelta di sconti o promozioni, che devono essere concordati con la casa madre. 

Inoltre, i costi iniziali e le royalties rappresentano delle spese che potrebbero non solo aumentare i costi di gestione, ma anche diventare un onere ricorrente che potrebbe erodere i margini di profitto. Questa dipendenza dal franchisor è il principale svantaggio di questa tipologia di attività.

Nonostante ciò, l’imprenditore che desidera entrare in un settore dove già esistono marchi consolidati e una distribuzione capillare può sicuramente optare per questa soluzione. 

Esempi di franchising di successo

Vediamo quattro esempi di franchising di successo in Italia, evidenziandone la tipologia e le caratteristiche principali:

1. Gabetti – Agenzia Immobiliare

Gabetti è un franchising di servizi specializzato nel settore immobiliare. Con una vasta rete di agenzie su tutto il territorio nazionale, gli affiliati offrono servizi di intermediazione per la compravendita e la locazione di immobili. 

Gabetti è un marchio consolidato con una lunga esperienza nel settore e fornisce un supporto continuo ai franchisee, che include formazione, assistenza e accesso a una piattaforma tecnologicamente avanzata. 

Questo franchising è ideale per chi ha una forte passione per il settore immobiliare e desidera avvalersi di un brand già affermato.

2. Clinica iPhone – Riparazione e Assistenza Smartphone

Clinica iPhone è un franchising specializzato nella riparazione e assistenza di smartphone, in particolare iPhone. 

Questo franchising è molto diffuso in Italia e presenta un modello di business interessante, grazie a un investimento iniziale a basso costo. 

Dopo aver acquisito la formazione necessaria per le riparazioni, i franchisee possono attrarre una clientela vasta e costante, vista la frequenza con cui i dispositivi elettronici necessitano di assistenza. 

3. Agenzia Single – Servizi di Incontri e Relazioni 

Agenzia Single è un franchising innovativo nel settore dei servizi, specializzato nell’aiutare le persone a trovare la loro anima gemella. 

Il modello di business si basa sul facilitare i contatti tra persone in cerca di relazioni significative. 

Questo franchising a basso costo richiede principalmente spese per un locale idoneo, possibilmente situato in una zona di passaggio. Agenzia Single è adatta a chi desidera avviare un’attività con un investimento contenuto e una domanda costante di servizi di matchmaking.

4. EVPrime 24 – Stazioni di Ricarica per Veicoli Elettrici

EVPrime 24 è un franchising innovativo nel settore della mobilità sostenibile, con un focus sulla creazione e installazione di stazioni di ricarica per veicoli elettrici. 

Questo franchising risponde alla crescente domanda di infrastrutture per veicoli elettrici e rappresenta un’opportunità per chi è appassionato di tecnologie green e desidera investire in un settore in espansione. 

EVPrime 24 è un esempio di franchising che combina servizi e distribuzione, con un ottimo potenziale di crescita in futuro grazie all’espansione della mobilità elettrica.

Conclusione

In questa guida, abbiamo visto tutto sul franchising. Da cos’è al suo funzionamento fino al modo in cui sono regolati i rapporti tra franchisor e franchisee. Il franchising ci sentiamo di sostenere essere una forma di affiliazione commerciale vantaggiosa per entrambe le parti coinvolte.

Il franchisor, ovvero la casa madre, beneficia da queste collaborazioni: riduce gli investimenti necessari e riesce a espandersi rapidamente sul territorio, aumentando la visibilità del proprio brand grazie alla possibilità di aprire in breve tempo vari punti vendita affiliati. Questo porta a una proficua creazione di una rete capillare di negozi.

D’altra parte, l’imprenditore che decide di aprire un negozio in franchising ha diversi vantaggi. Riduce il rischio di impresa e ha la possibilità di avviare un modello di business collaudato. 

Abbiamo infine anche evidenziato le modalità previste per stabilire una partnership, le diverse tipologie di sfruttamento del brand sul territorio e i diritti e doveri di entrambe le parti. In conclusione il franchising è oggi un’opportunità che l’aspirante franchisor può valutare sempre tenendo conto di aspetti importanti tra cui le proprie esperienze e passioni nonché i costi da sostenere e i possibili ricavi.

Domande frequenti

Il franchising è un accordo tra due soggetti: il franchisee, che acquisisce il diritto di aprire e gestire un’attività, e il franchisor, titolare del marchio e del sistema di business. Quest’ultimo fornisce supporto e assistenza per la gestione del negozio o del punto vendita, mentre il franchisee riceve, in cambio di un pagamento, formazione e tutto il necessario per replicare il business.

I dipendenti sono pagati dal franchisee, che si occupa di gestire tutte le spese relative al personale del punto vendita. Tuttavia, il franchisor può dare indicazioni su quali tipologie di contratto sottoscrivere con il personale, assicurandosi che siano in linea con gli standard del brand.

La durata del contratto di franchising è variabile e può partire da cinque anni, estendendosi fino a 10 anni o più, a seconda delle negoziazioni tra le parti e della tipologia di partnership.

Il franchising conviene soprattutto quando si ha l’opportunità di affiliarsi a un brand già affermato e si possiede una predisposizione al settore in cui si desidera entrare. Affidarsi a un brand consolidato che offre supporto e un modello di business collaudato può rendere la gestione dell’attività più profittevole e aumentare le possibilità di successo.

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