Cos’è l’URI: definizione, esempi e differenze con URL e URN
Suggerimenti / 14.10.2024
Il termine URI (Uniform Resource Identifier) è un riferimento o codice univoco che ci consente di accedere alle risorse presenti su internet.
È grazie a questo codice che applicazioni e informazioni si interconnettono tra loro e diventano accessibili da chi naviga sul web.
In questa guida vedremo in dettagli cos’è l’URI, le parti che lo compongono, lo schema o protocollo che si attiva quando accediamo a una determinata risorsa, fino ad altre terminologie che bisogna conoscere per comprenderlo al meglio. Analizzeremo anche le differenze tra URI e URL, spesso considerati sinonimi, ma in realtà leggermente distinti.
Se ti incuriosisce come il web sia organizzato e strutturato, ti consigliamo di continuare la lettura.
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Che cos’è l’URI?
L’URI, acronimo in italiano di identificatore di risorsa uniforme, è un insieme di caratteri che il web traduce per riconoscere e collegare una risorsa connessa a internet a un’altra, permettendo loro di interagire. Sono quindi stringhe di caratteri il cui ruolo è identificare un determinato indirizzo o percorso.
Ad esempio, un URI può identificare:
- Una pagina web;
- Le immagini;
- I documenti.
In parole semplici, possiamo definirlo come un indirizzo che inseriamo per trovare qualsiasi contenuto su internet. È grazie all’URI che possiamo trovare un’immagine specifica tra le tante presenti online.
L’URI dunque sta alla base delle nostre ricerche web e ci permette di navigare rapidamente tra miliardi di informazioni, trovando esattamente quello che cerchiamo, rendendo più fluida l’attività su ogni livello della rete.
Importanza ed esempi di URI
Sebbene possa sembrare poco importante, in realtà l’URI ha un ruolo fondamentale poiché mantiene organizzate tutte le informazioni sul web, rendendole facili da trovare e gestire per chiunque navighi, indipendentemente dal luogo o dal paese in cui si trova.
Gli URI sono cruciali anche nell’ambito dello sviluppo di app sia web che mobili, poiché è grazie a loro che le applicazioni comunicano tra loro.
L’URI consente inoltre tantissime altre attività, essendo alla base della creazione di link dinamici che si aggiornano costantemente, dato che cambiano nel tempo.
Tra gli esempi più comuni che vedono l’attivazione dell’URI ci sono:
- Gli indirizzi web: quando digiti il classico “https://” nel browser, non fai altro che usare un URI per collegarti a un determinato sito web.
- I link ipertestuali: attivano un URI che ti collega a un’altra pagina o sezione del sito.
- I servizi di cloud storage: come Google Drive o Dropbox, usiamo un URI per trovare i nostri file.
- Le API (Application Programming Interface): l’URI ci permette l’accesso alla risorsa desiderata.
Insomma, dietro l’URI c’è un lavoro importante che segue uno schema ben definito, svolgendo un ruolo centrale nella costruzione del web e nel suo utilizzo quotidiano.
Che cos’è lo schema URI?
Lo schema URI è un sottoinsieme dell’Uniform Resource Identifier e, in pratica, è quella prima parte di indirizzo che serve a identificare una risorsa su internet. Possiamo, in parole semplici, pensarlo come il prefisso di un numero di telefono. Lo schema URI indica tecnicamente un protocollo che verrà utilizzato per raggiungere una specifica risorsa.
Generalmente, lo schema URI è una breve sequenza di caratteri. Il più classico esempio di URI schema è “https://” per identificare i siti web.
Tuttavia, ci sono molti altri schemi URI conosciuti, tra cui:
- FTP (File Transfer Protocol): utilizzato per trasferire file tra PC.
- Mailto: usato per collegare i client di posta elettronica.
- File: impiegato per identificare un file sul computer, che sia un PDF o un DOC.
- Data: che aiuta a identificare i dati presenti all’interno dell’URI.
Chiaramente, in principio gli schemi erano pochi, ma con l’evoluzione del web e la nascita di nuovi settori, tecniche, e tecnologie, ce ne sono tantissimi.
Alcuni sono anche molto specifici. Ad esempio, nel settore sanitario ci sono schemi URI dedicati a identificare rapidamente pazienti, cartelle cliniche o risultati di esami. Un altro esempio è lo schema Geo, che serve a identificare una posizione specifica le coordinate geografiche.
Come e dove si usa l’URI?
Gli URI sono presenti ovunque sul web e, come abbiamo visto, sono fondamentali per garantire che tutte le risorse siano interconnesse tra loro.
Possiamo identificare tantissimi utilizzi degli URI:
- Motori di ricerca: i motori utilizzano URI specifici per identificare le pagine web che rispondono alle richieste dell’utente.
- Link sul web: negli ipertesti, quando vediamo una parola o una frase sottolineata che ci manda a un’altra risorsa, c’è un URI che lo consente.
- E-mail: quando clicchiamo su un indirizzo email, il client di posta attiva un URI per aprirlo e crearla.
- Immagini inserite nel web: un’immagine è collegata ad un server tramite un URI, che permette di trovarla e vederla.
- Programmazione: un URI deve essere inserito da un programmatore per collegare un sito web a un’API che fornisce informazioni come ad esempio, dati meteo, dati in tempo reale, database o altri file in locale o remoto.
- API web: gli URI servono per identificare risorse e funzionalità. Ad esempio, nella app di Google Maps, è grazie a un URI che possiamo ottenere informazioni su una determinata posizione geografica.
- Feed RSS: essenziali per fornire agli utenti sempre informazioni aggiornate.
- Pagamenti a distanza: l’URI permette una corretta comunicazioni tra tutte le parti coinvolte nelle transazioni garantendo una corretta identificazione dei gateway di pagamento.
Inoltre, l’utilizzo dei URI come indirizzi web per accedere a un sito, infatti, rimane l’uso più conosciuto.
Per esempio, “https://tagname.mypos.com/” è un link illustrativo che gli utenti di myPOS possono creare per ricevere pagamenti. Questi link sono un tag di pagamento, aggiunto nella barra degli indirizzi del browser, che attivano un URI portando clienti alla pagina per effettuare il loro pagamento.
Infatti, ogni volta che si digita un indirizzo web, si sta inserendo un URI, che indica al browser, sia esso Chrome o Edge, quale risorsa l’utente vuole accedere.
Come si crea un URI?
Per creare un URI, ciò che bisogna fare è utilizzare un interpolatore conforme allo standard RFC 3987, strutturato appositamente per generare URI validi.
Un esempio semplice per definire un URI è: val baseUrl = uri”https://example.com”.
Possiamo anche URI dinamici con variabili. Ad esempio, supponiamo di avere un nome utente in una variabile e vogliamo costruire una URI sintassi che punti al profilo di quell’utente.
Ecco come sarebbero costruiti questi URI:
- val nome = “mario”;
- val profiloUri = uri”https://example.com/profili/$nome”.
Questo codice sostituirà automaticamente $nome con il valore della variabile, risultando in “https://example.com/profili/mario”.
Si possono anche utilizzare diversi schemi, oltre agli standard come https o FTP, ed è possibile anche personalizzarli. Per esempio, l’URI nelle parentesi (val fileUri = uri”file:///C:/miofile.txt”) rimanda a uno specifico file di testo su Windows.
È inoltre possibile inserire frammenti, grazie al simbolo del cancelletto (#), per indicare una risorsa specifica. Ci sono poi utilizzi molto più avanzati, che permettono di integrare l’URI a una libreria HTTP, ad esempio, per gestire richieste e risposte in modo efficiente e molto altro. Ma queste specifiche informazioni le lasciamo agli addetti del settore.
La differenza tra URI e URL
La differenza principale tra URI e URL (Uniform Resource Locator) è che il URI identifica in modo specifico l’identità di una risorsa su internet, mentre l’URL indica esattamente la posizione della risorsa sul web.
Per fare alcuni esempi, il URI identifica la tipologia della risorsa, che può essere un’immagine, un documento in PDF e così via; invece, l’URL localizza e consente di accedere alla risorsa.
Possiamo definiretutti gli URL come un sottoinsieme dei URI, poiché sia URN che URI identificano la risorsa in modo univoco. Tuttavia, solo l’URL ci indica dove è presente la risorsa.
Altre differenze possono riguardare anche la tipologia, poiché il URI comprende gli URL, ma include anche gli URN (Uniform Resource Name). Questi ultimi sono un tipo di URI che identifica la risorsa in modo permanente, anche se questa cambia posizione.
Ci sono differenze anche nella struttura. I URI sono complessi e composti da diverse parti, comprendendo il nome della risorsa, il percorso e i parametri. Al contrario, l’URL è più utilizzato nell’ambito dei protocolli di rete, presentando una struttura più facilmente identificabile.
Infine, esiste anche un sistema di codifica differente. I URI, come abbiamo visto, devono seguire standard specifici come la RFC 3986, mentre gli URL non hanno standard specifici da seguire.
Domande frequenti
Cosa si intende per URI?
L’URI, acronimo di Uniform Resource Identifier, è un codice che permette di identificare qualsiasi elemento su internet. Si tratta di una stringa di vari caratteri che riconosce una risorsa e permette di raggiungerla.
Qual è la differenza tra URI, URL e URN?
L’URI è l’identificatore generico che nel suo insieme include l’URL, il quale non solo ci dà l’identità della risorsa, ma ci permette anche di capire la sua posizione su internet, consentendoci di accedervi. L’URN, sempre nell’ambito dell’URI, è l’Uniform Resource Name, che indica la risorsa in modo permanente, anche se la sua posizione dovesse cambiare.
Qual è l’URI più comune?
L’URI più comune è quello che digitiamo quando accediamo a qualsiasi sito web, che di solito inizia con “https://”.
Che cos’è un URI con un esempio?
Un esempio di URI potrebbe essere “https://esempio.com/blog”. Insomma, l’URI è quella sequenza di caratteri che punta direttamente a una determinata pagina del sito web, che in questo contesto è la pagina blog del sito.